Al microfono
Lo speaker al microfono ha una voce calda, conosciuta per
aver fatto innamorare già troppe donne nel giro di pochi mesi, in genere
conduce programmi radio di musica d’altri tempi, ricostruzioni mal riuscite di
una musica ormai antica, musica senza fama, gli autori pressochè sconosciuti,
uomini e donne di ogni età che si divertono a costruire, sintetizzare brani di
vecchie memorie, tempi in cui esisteva una sola terra, un solo pianeta, un solo
spazio.
Bene e ora passiamo alle notizie, dal bollettino pervenutoci
dall’Alleanza sembra che gli investigatori della Quinta Flotta siano ogni
giorno più vicini alla soluzione del caso delle morti all’Università di scienze
umanistiche della nostra Capitale.
Mentre leggo quelle parole, il sorriso che si apre sulle mie
labbra è visibile anche dal tecnico audio che mi osserva al di là del vetro
antiurto che ci separa, è un sorriso che in pochi saprebbero spiegarsi.
Sono state rinvenute tracce che collegherebbero questa serie
di omicidi a quella che circa un ventennio prima fece tremare di terrore le
case della nostra città, il serial killer dei roghi a quanto pare è tornato a
colpire, le due serie di delitti infatti portano la stessa firma, lo stesso
marchio, sembra che il modus operandi sia simile se si escludono piccoli
dettagli ed incertezze che nei primi roghi, quelli di vent’anni fa erano più
forti, adesso la mano che compie questi omicidi è sicura, forte di una convinzione
incrollabile.
La stronzata che di qui a poco dirò, è verosimile per coloro
che mi conoscono e che sanno che genere di amicizie coltivo, ho amici un po’ ovunque
a Mashhad, alcuni sono vecchi colleghi del mio padre naturale, altri, come
Kahlid, sono noti antropologi di grande fama.
Un criminologo piuttosto noto ma che vuole rimanere anonimo,
intervistato dal sottoscritto in merito agli eventi dichiara che i serial
killer in genere hanno periodi di quiescenza più o meno lunghi, questi periodi
variano a seconda del carattere dell’omicida, che col tempo sembra farsi più
sicuro di sé, convinto del proprio ruolo, del proprio mandato, consapevole del
fatto che nessuno mai riuscirà a fermarlo. A quanto pare non è così.
Lascio passare del tempo, la pausa giusta, voglio che chi mi
ascolta capisca il messaggio, e so che lui mi sta ascoltando da qualche parte,
conduco questo programma ormai da tempo e mi sono focalizzato sui delitti che
io stesso ho commesso, depistando più volte l’attenzione pubblica e forse anche
quella degli ufficiali della Quinta Flotta che seguono questo caso, è facile
capire che quando l’opinione pubblica crede in qualcosa, allo stesso modo le
forze dell’ordine sono facili da indirizzare altrove.
Gli inquirenti parlano di prove che, se connesse all’omicida
risulterebbero schiaccianti, tra i tessuti carbonizzati e i resti delle vittime
sembra infatti che la scientifica dell’Alleanza sia riuscita ad individuare
tracce organiche diverse, estranee alle vittime.
E’ la verità, il bollettino della Quinta Flotta parlava
chiaro, ed ho lanciato la mia esca, sorrido, sono soddisfatto, ho parlato di
stragi, di morti carbonizzati e di serial killer eppure ho in faccia un sorriso
felice, il tecnico audio dall’altra parte del vetro forse non concepirà il motivo
della mia soddisfazione…ma io si.
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